Secondo le stime di Gartner – società leader mondiale nell’IT – entro il 2020 la Realtà aumentata, la realtà virtuale e la “mixed reality” tra mondo fisico e digitale (qui gli utenti possono interagire con oggetti digitali e reali mantenendo la presenza nel mondo fisico), saranno adottati dal 20% delle grandi imprese come parte delle loro strategie di trasformazione digitale.
In ambito business le soluzioni di realtà aumentata variano a seconda degli obiettivi della società. Nella maggior parte dei casi queste soluzioni sono degli strumenti efficaci per aiutare chi lavora a fare meglio il proprio compito. Ma non c’è solo questo, la Realtà aumentata sarà una rivoluzione anche per consumatori, utenti e clienti.
I casi sono già molti. Ci sono ad esempio applicazioni utilizzate nel campo della formazione, della riparazione e della manutenzione e della prototipazione. Già oggi i tecnici BMW usano schermi in realtà aumentata per eseguire la manutenzione delle proprie auto. Abarth invece ha presentato allo Smau live show il configuratore di realtà virtuale per permettere ai propri clienti di vivere nei minimi dettagli l’esperienza di entrare nel nuovo Abarth 124 spider, ancor prima che entrasse in commercio.
Ma è in campo artistico, culturale e turistico, che queste tecnologie potrebbero esprimere tutto il loro potenziale, diventando degli strumenti potentissimi di comunicazione del territorio e permettendo un’innovativa fruizione delle opere d’arte. Per ora faticano a decollare, così come tutti i servizi digitali. Tra i musei italiani c’è ancora poca consapevolezza delle opportunità offerte da tali tecnologie e dal digitale in generale. Infatti, come dimostrano i dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali su dati Istat 2015, su un campione di 476 musei italiani, il 20% dispone di allestimenti interattivi, il 13% offre l’opportunità di una visita virtuale delle proprie opere d’arte e solo il 9% dispone di un’app per dispositivi digitali.
Le istituzioni culturali si trovano quindi oggi di fronte alla sfida di comunicare il proprio patrimonio in un modo nuovo, in modo da renderlo più prossimo alle esigenze di conoscenza ed esperienza di cittadini e turisti. Alcune istituzioni hanno raccolto questa sfida, avviando un processo di trasformazione digitale che ha permesso loro di parlare a nuovi e vecchi pubblici.
È il caso ad esempio della mostra Dalì Experience di Bologna a Palazzo Belloni, visitabile fino al 7 maggio 2017. Non si tratta solo di una mostra, ma è una vera e propria esperienza culturale innovativa, “diffusa” e immersiva. Oltre 200 opere sono protagoniste di un percorso interattivo e multimediale, che invita il visitatore ad un’esperienza coinvolgente e partecipativa. Orgogliosa partner di questo progetto è la nuova app di realtà aumentata ABC Urrà. Basta scaricarla gratuitamente in tutti gli app-store e puntare il proprio smartphone sul logo, cioè il viso stilizzato dell’artista, per scoprire nuovi contenuti extra, curiosità e immagini della mostra. ABC Urrà, inoltre, sviluppa tantissimi altri contenuti con moltissimi altri oggetti ABC Gadgets, dalle Eco-Postcard alle calamite, dai biglietti da visita alle cartoline.